L’autrice, tra le prime donne fumettiste, pittrice e ritrattista narra qui la personalità e l’opera di una singolare fotografa, Vivian Maier, vissuta tra New York e Chicago negli anni ’50 e ’60 del Novecento. Per la verità cede la parola alla macchina fotografica che lei, Vivian, portava sempre appesa al collo, proprio sul cuore.
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E la Rolleiflex racconta di una donna stravagante, che indossava camicie da uomo e un grande cappello, e camminava come un trampoliere sulle sue lunghe gambe. Aveva scelto il lavoro della tata, perché amava i bambini ed era curiosa come loro. Per questo si avventurava nei sobborghi poveri delle città, alla scoperta degli abitanti di varie etnie e delle loro diroccate abitazioni, sostituite dalle nuove architetture, cogliendo così il veloce cambiamento in atto nella società americana. Tutto fotografava, fino ad un ammontare di oltre 100.000 immagini, mai sviluppate e ritrovate dopo la sua morte in casse abbandonate, poi acquistate all’asta. Vivian quindi non ha mai visto le sue fotografie stampate, né ha narrato ciò che ha visto. Il suo occhio è stato l’obiettivo, che si apriva e chiudeva come una palpebra, immortalando la realtà e anche lei stessa inquadrata nello specchio. Cinzia Ghigliano ha reinterpretato quelle foto nei suoi disegni, tutti in bianco e nero con pochissime sfumature dorate, e le ha rimontate tra loro, avvicinando o allontanando soggetti simili o diversi, con l’intenzione di offrire al lettore un modo nuovo e poetico di leggere il mondo. Premio Andersen 2016