La storia, divertente e paradossale, ha come protagonista Arianna, la bimba in copertina che a braccia conserte urla l’unica parola che conosce, in risposta al gentile invito del suo papà: NO, non vuole fare il riposino quotidiano. E continua a lanciare il suo urlo resistente, durante la lunga passeggiata che avrebbe dovuto facilitarne il sonno.
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Lo avvertono chiaramente tutti gli abitanti del quartiere, dai negozianti agli operai intenti a lavori edilizi con il martello pneumatico, il cui rumore non supera il grido di Arianna. Finché un gentile signore si offre volontario per sostituire la bambina e dedicarsi all’agognata siesta, seguito a ruota da un venditore ambulante, da un gruppo di bambini che giocano a baseball, da una giovane dogsitter, dal pasticciere intento a glassare i biscotti, dai poliziotti in servizio, dal netturbino di zona e perfino dagli animali del parco, compresi gli scoiattoli rintanati in un albero, un topino disteso sulle foglie, i piccioni ronfanti e le anatre galleggianti nello stagno. Perfino Arianna avverte ormai l’esigenza di addormentarsi, ma ormai i riposini si sono esauriti, tranne quello in possesso di un gatto ancora sveglio, che generosamente glielo offre, consentendole finalmente un bel sonno ristoratore. Nel finale anche il libro rivela una trasformazione significativa, con i risguardi che all’inizio riproducevano l’urlo ribelle della bimba resistente “;WAAAAA”;, ed ora simboleggiano la suaresa finale:”Shhhh”.